MAGOG [O EPIFANIA DEL BARBAGIANNI]

Alla presenza del regista


La pianura padana come luogo dell’assurdo. Groviglio incestuoso di stratificazioni archi- tettoniche e fallimenti edilizi. Palme, vuoti urbani, pieni urbani e palme al neon. Piscine montate in cinque giorni. Villaggi neogotici ricostruiti. Villette su villette. Cumuli di ulivi e abusi decorativi. Rivestimenti infiniti su altri materiali di cui ci si vergogna... MAGOG nasce da un’osservazione sensibile del paesaggio e della società contemporanea. Due ele- menti che si compenetrano e dei quali il film ci restituisce immagini e suoni – apparente- mente non in sincrono – come specchio e manifestazione della natura umana.

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