EDIPO RE

Pasolini reinventa in chiave autobiografica (“metaforica, quindi mitizzata”) la tragedia di Sofocle, tra un prologo che evoca il Friuli degli anni ‘20 e un epilogo che tocca la Bologna di fine anni ‘60: “invece di proiettare il mito sulla psicoanalisi, ho riproiettato la psicoanalisi sul mito”.

“Realistico è l’inizio dell’Edipo Re di Pier Paolo Pasolini. Realismo che discende da Freud, cioè dalla dimensione tragica che Freud ha legato per sempre al nudo fatto di nascere. [...] Subito dopo Pasolini abbandona Freud per Jung, cioè abbandona l’ansia conoscitiva per la preoccupazione estetico-culturale e ci presenta l’Edipo di Sofocle sullo sfondo di una natura erosa e solenne, in Marocco, in villaggi turriti simili a rozze regge arcaiche”.
Alberto Moravia, L’Espresso, 17 settembre 1967

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