COMPETITION PESARO NUOVO CINEMA 2018 The Lino Miccichè Award for Best Film (...)
IN CONCORSO LA MADRE DEL CORDERO DI FARÍAS E ESPINOSA
Pesaro, 25 giugno. Per il Concorso Pesaro Nuovo Cinema è stato presentato oggi il film cileno La madre del cordero (The Mother of the Lamb) di Enrique Farías e Rosario Espinosa i quali hanno già numerosi cortometraggi alle spalle e, dopo l’anteprima a San Sebastian, portano a Pesaro il loro primo lungometraggio. Nonostante siano i registi più giovani presenti in competizione (non hanno ancora compiuto venticinque anni), non si può dire che il loro film appaia meno maturo delle altre opere in Concorso e anzi non ha paura di confrontarsi con problematiche sociali importanti. Inoltre, ancora una volta in questa edizione 50+1 è una donna l’assoluta protagonista della pellicola anzi, in questo caso, le figure femminili centrali sono addirittura tre.
Cristina non ha lavoro né amici e la sua unica occupazione è quella di prendersi cura dell’anziana madre. Cristina non è mai uscita dal suo paese e conduce una vita senza gioie, comandata passivamente dalla madre malata ma, pochi giorni prima del suo cinquantesimo compleanno, torna in città una sua vecchia amica, Sandra, il cui stile di vita liberale la turberà profondamente. I comportamenti di Cristina iniziano a cambiare gradualmente, mentre mette in discussione se stessa e l’ambiente in cui vive, rendendosi conto di essere sempre stata all’ombra della propria madre.
I due giovani registi creano un’atmosfera claustrofobica rimanendo sempre molto vicini alla loro protagonista e ambientando quasi tutto il film in interni. La progressiva presa di coscienza di Cristina è resa magistralmente dall’interpretazione di Maria Olga Matte che mette in scena tutta la vulnerabilità del proprio personaggio con un realismo sorprendente. Il film mette in evidenza la posizione della donna nella società cilena ed è critico nei confronti del retaggio cattolico a cui essa è legata. Infatti nel film solo Sandra sembra essere riuscita a sfuggire a questa logica, rappresentando l’antitesi di Cristina e la forza che ne metterà in moto il cambiamento. Con la vitalità tipica dei giovani, i due registi propongono un modello di ribellione e una possibile via di fuga da un realtà opprimente anche a chi giovane non lo è più.
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