Lu bian ye can

Kaili, provincia subtropicale di Guizhou, Cina. Due medici vivono come fantasmi in una piccola clinica. Quando uno di loro, Chen Sheng, parte per la contea di Zhenyuan in cerca del figlio abbandonato di suo fratello, l’anziana collega della clinica gli chiede di portare una fotografia, una camicia e un’au- diocassetta a un uomo da lei amato in gioventù. Lungo il viaggio, Chen si ferma nella piccola città di Dangmai, dove il tempo scorre in modo non lineare.
Bi Gan (Kaili, Cina, 1989) è regista e poeta. Per il ruolo da protagonista nell’opera prima Kaili Blues ha scelto suo zio Chen Yongzhong, il cui passato complesso e pieno di esperienze diverse ha sempre af- fascinato il giovane autore. Bi ama girare senza stacchi (è un metodo “onirico, liberatorio, vicino alla poesia”) e per Kaili Blues, nel segmento ambientato a Dangmai, ha realizzato un piano sequenza di 41 minuti. Sue sono anche le poesie che si ascoltano nel film. Attualmente Bi Gan sta lavorando al suo secondo lungometraggio, Roadside Picnic.

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