Addio Mino Argentieri

E’ morto a 89 anni a Roma Mino Argentieri, critico e storico del cinema che ha collaborato alla Mostra Internazionale del Nuovo Cinema, nel comitato di selezione o nel comitato scientifico, sin dalla prima edizione nel 1965 e per tutta la durata della direzione di Lino Miccichè fino alla fine degli anni ’80.
Per la Mostra ha curato nel 1991 il volume Risate di regime: la commedia italiana, 1930-1944 (Marsilio).
Nel 2005 ha scritto il saggio Storia e politica a Pesaro pubblicato nel volume a cura di Bruno Torri Nuovo cinema (1965-2005). Scritti in onore di Lino Miccichè che pubblichiamo qui in allegato.

Dall’Enciclopedia del cinema Treccani pubblichiamo qui di seguito la voce su Mino Argentieri scritta da Daniele Dottorini mentre la foto che accompagna questo articolo proviene dal sito BookCiak Magazine:
Nato a Pescara il 13 agosto 1927, le sue analisi sul rapporto tra cinema, società, potere e censura sono diventate un punto di riferimento obbligato nell’ambito della critica cinematografica. Dal 1974 è docente di storia e critica del cinema presso l’Istituto universitario orientale di Napoli.Dopo essersi trasferito con la famiglia a Roma nel 1934 e aver concluso gli studi classici, si diplomò nel 1949 alla Scuola universitaria per assistenti sociali. Nello stesso anno iniziò a lavorare per l’INCA (Istituto Nazionale Confederale di Assistenza, ente di patronato della CGIL) di Roma, per il quale organizzò un centro cinematografico popolare, bloccato in seguito per problemi di censura: uno dei film in programma, infatti, Die letzte chance (1945; L’ultima speranza) di Leopold Lindtberg, venne proiettato in versione integrale, con l’aggiunta delle scene tagliate dalla censura italiana. Nel 1950 fu tra i fondatori del circolo cinematografico Chaplin a Roma, rimasto attivo sino al 1967, mentre nel 1954 iniziò a collaborare come critico vicario al quotidiano "l’Unità", e, dal 1962, come critico per le riviste "Rinascita", "Il contemporaneo" e "L’eco del cinema". Dopo un iniziale interesse per il teatro, A. si era dedicato allo studio del cinema come fenomeno sociale, arte nuova in grado di mostrare la realtà e le sue contraddizioni. Nel 1960, insieme a T. Chiaretti, S. Cilento, L. Quaglietti e G. Vento, aveva infatti fondato la rivista "Cinemasessanta", che sotto la sua direzione svilupperà la riflessione sul cinema come arte industriale della società di massa legata al potere politico ed economico. Nel 1974 A. ha raccolto i frutti di una ricerca sulle forme di censura che hanno caratterizzato il cinema italiano (La censura nel cinema italiano). Nei lavori successivi (tra cui L’asse cinematografico Roma-Berlino, 1986, e Il cinema in guerra. Arte, comunicazione e propaganda: 1940-44, 1998), A. ha approfondito la metodologia storiografica già elaborata nel precedente Documento cinematografico e ricerca storiografica (1984), dando un quadro degli aspetti sociali e storici entro i quali il cinema si colloca ancora una volta in quanto luogo di creazione di un immaginario rivelatore delle forze sociali che lo hanno prodotto. Ha inoltre curato Schermi di guerra. Cinema italiano 1939-1945 (1995).
BIBLIOGRAFIA
C. Bragaglia, Critica e critiche, Milano 1987, passim; L. Pellizzari, Contributi ad una storia della critica cinematografica italiana, Roma 1999, passim.


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