Roma città aperta

È considerato, giustamente, il film-manifesto del Neorealismo. Rossellini iniziò a girarlo subito dopo la liberazione di Roma nel giugno ‘44, affrontando molte difficoltà di ordine economico e organizzativo. L’opera prende spunto da personaggi realmente vissuti e da fatti realmente accaduti per raccontare i giorni dell’occupazione nazifascista della capitale. Pur senza liberarsi del tutto da alcune “scorie” per così dire di derivazione romanzesca, mette bene in luce i connotati essenziali del neorealismo rosselliniano, ma anche di tanto suo cinema successivo: lo sguardo frontale, la capacità di andare direttamente al cuore delle cose, la tensione etica, l’afflato epico-lirico, la venatura documentaristica.

Sulla base del restauro digitale a 2k realizzato dalla Cineteca Nazionale nel 2007 e a partire dai negativi originali qui conservati, si è proceduto a un restauro ulteriore con uno standard digitale di qualità ancora più elevata (4k anziché 2k), a cura della Cineteca Nazionale, della Cineteca di Bologna e di Cinecittà Luce presso il laboratorio L’Immagine Ritrovata di Bologna. Partner: Progetto Rossellini - Cinecittà Luce, Cineteca di Bologna, Coproduction Office

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