COMPETITION PESARO NUOVO CINEMA 2018 The Lino Miccichè Award for Best Film (...)
Pesaro, 23 giugno. Il Festival di Pesaro è al suo ultimo giorno e si aspetta la serata in piazza di stasera per assegnare i tre premi dell’evento: il Premio Lino Miccichè, il Premio Cinema in piazza, il Premio (Ri)montaggi e il Premio Studio Universal. Il pomeriggio di ieri è stato dedicato alla proiezione speciale de La strada dei Samouni di Stefano Savona, che ha presentato il suo lavoro realizzato con tecnica mista insieme agli animatori del film (Simone Massi e la equipe), un’opera che aveva anche partecipato quest’anno nella sezione Quinzaine des Réalisaturs del Festival di Cannes vincendo il Premio della giuria Oeil d’Or. La sera, invece, è stato proposto l’ultimo film in Concorso, il progetto sperimentale Beware the dona ferentes di Daniele Pezzi, autore l’anno precedente della rassegna sul cinema sperimentale Satellite.
Stamattina, invece, al Centro Arti Visive Pescheria si è tenuta l’ultima tavola rotonda We Want Cinema – Sguardi di donne nel cinema italiano, che ha trattato con professioniste del settore il ruolo delle donne all’interno dell’industria cinematografica. L’incontro partiva dalla presentazione del libro che ha dato il titolo alla tavola rotonda, e di cui alcune delle presenti al convegno hanno contribuito con saggi, dati e opinioni. All’evento hanno preso parte: Sonia Bergamasco, Laura Buffoni (curatrice della miscellanea We Want Cinema), Paola Casella, Giada Colagrande, Antonietta De Lillo, Ilaria Fraioli, Cristiana Paternò, Patrizia Pistagnesi e Roberta Torre. Molti sono stati i punti toccati dalle esperte, che hanno delineato con acume un panorama in cui le maestranze femminili hanno ancora difficoltà nel trovare i mezzi ideali per fare il loro cinema e nel sostegno che non sembra arrivare neanche da una critica a maggioranza maschile. Come ha spiegato Paola Casella, giornalista e critica cinematografica: “Ci sono due aspetti del cinema al femminile con cui le autrici danne sanno approcciarsi con unicità. Non necessariamente con opere migliori di altre, ma sicuramente più stimolanti. Questi aspetti sono la maternità e la sessualità. Sono temi che ancora spaventano e mettono in crisi alcuni critici. Il cinema al femminile viene poi percepito come minore, piccolo e marginale dall’assetto industriale e non c’è motivo perché questo avvenga. E per quanto riguarda il movimento Mee To, bisognerebbe smetterla di dire che la situazione è sempre stata così e usare quell’energia per cambiare le cose”. Anche Cristiana Paternò, sempre giornalista e critica, riflette sulla differenza che le donne possono portare al cinema: “Parlare del cinema delle donne è difficile perché tutte sono diverse, ognuna ha un suo sguardo e una propria modalità di racconto. Non si tratta infatti di etichettarlo, ma di mettere in primo piano il fatto che tratta di determinate tematiche” – e continua parlando del libro – “Il libro sembrerebbe legato ai fatti di attualità, ma queste sono riflessioni che partono da molto prima di Mee To e il resto. Già nel 2001 in una convention di Pesaro si notava quante poche erano le registe donne italiane e quanto fossero poche conosciute. Ed anche la critica e l’accademia deve essere ripensata in quanto ambito fondamentale, che troppo spesso essendo prettamente maschile svalutano lavori che escono dal seminato della solita emotività”. Le ha fatto eco anche la Bergamasco, spiegando quanto sia complicata anche la stessa rappresentazione femminile al cinema, perché a mancare è la complessità: “Sento da anni la difficoltà di trovare storie in cui la donna venga raccontata nella sua complessità, senza che sia completamente vittima. Bisogna accettare la complessità della donna, metterla a fuoco, ma a farlo non deve essere per forza una donna, il mio è un discorso artistico più che di genere”.
Ed è anche per questo che nasce la raccolta We Want Cinema, di cui ha parlato la stessa curatrice Laura Buffoni: “Questo lavoro l’ho pensato come se si trattasse di una lavoro di montaggio che accostasse diversi sguardi femminili. Il libro racconta tutto il cinema delle donne in Italia. Non è un modo per ghettizzarci ma per dire che ci siamo anche noi”.
Un incontro che ha confermato la volontà di portare testimonianze di un cinema femminile che può e deve essere protetto, svincolato dal potere stabilito, muovendosi nella prospettiva di un futuro più facile, ma soprattutto più giusto per le nostre figlie. Maternità, LGBT, pornografia, censura, desiderio e le iniziative dell’associazione Women in Film, TV & Media di cui ha esposto i principi Antonietta De Lillo: un convegno essenziale che deve continuare e che parlerà al di fuori del Festival di Pesaro con il libro We Want Cinema.
- Share this Post:
- Tweet
In questa sezione
- THE WINNERS OF THE 55TH PESARO FILM FESTIVAL
- Tutti i premi del Pesaro Film Fest 2019
- Questa mattina la tavola rotonda sul cinema di genere in Italia
- Oggi in Concorso: Inland/Meseta di Juan Palacios e Square di Karolina Bregul
- Il programma di sabato 22 giugno
- Dal Cile all’India: vita e cinema si confondono nelle due opere del Concorso PNC
- Il programma di venerdì 21 giugno
- Lee Anne Schmitt: per una cartografia del West moderno / Demons di Daniel Hui, tra Kubrick e Lynch
- Il programma di giovedì 20 giugno
- “A che cosa serve il cinema?” - Rispondono i registi della sezione Satellite
Ultime News
Questo è il sito vecchio che contiene le precedenti edizioni della Mostra (...)
Loading... ””
La 56a edizione della Mostra del nuovo cinema ricorderà Zagor Camillas (aka (...)
La Mostra Internazionale del Nuovo Cinema compie 55 anni e per la sua (...)