PER UNA CRITICA DELLE IMMAGINI

19 giugno 2019 alle ore 15:00 Teatro Sperimentale - Sala Pasolini

Joan Jonas - Vertical Roll (1972) 20’

In questo famoso nastro giovanile Joan Jonas manipola la grammatica della macchina da presa dando luogo alla sensazione di uno spazio fisico enormemente disturbato. Lo spazio fa da metafora per l’identità instabile della figura femminile mascherata e in costume che vaga attraverso lo schermo, indugiando sull’interlinea che salta. «Facendo uso di una te nica ritmica contrastante al fine di sviluppare un senso di frammentazione, Vertical Roll fa riferimento all’omonimo e molto comune malfunzionamento dei televisori al fine di assicurare un piano dove si svolgono le azioni che cambia costantemente – azioni che hanno a che fare sia con la natura dell’immagine sia con lo stato psicologico dell’artista che viene proiettato».

Martha Rosler - Semiotics of the Kitchen (1975) 6’

In questa performance viene presentata la parodia femminista di un programma televisivo di cucina. Una donna, interpretata da Martha Rosler stessa, sta in cucina di fronte alla macchina da presa mentre fa un inventario degli utensili. Casalinga bene organizzata, elenca gli attrezzi in ordine alfabetico, dimostrando il loro utilizzo con i gesti appropriati. Mentre l’al- fabeto procede, a volte senza coincidere con l’oggetto, la precisione del gesto comincia a rivelare una certa tensione, quasi aggressività. Sembra tutto in ordine ma al di sotto della superficie scorre una violenza che non esplode, anche se si fa sentire attraverso gesti inappropriati rabbiosi... «Quando una donna parla, nomina la propria oppressione».

Hermine Freed - Art Herstory (1974) 22’

In Art Herstory, mix di humour e pensieri filosofici, Hermine Freed si integra nei capolavori della storia dell’arte e del canone per asserire la posizione che vi ha la donna, mettendo allo stesso tempo in discussione la possibilità di conoscere il passato. Con l’aiuto di un blue screen che è lo stato dell’arte della tecnologia, Hermine Freed ha filmato se stessa e alcune amiche all’interno dei quadri. Non si limita ad attirare l’attenzione sulla rappresentazione ripetuta, ma dà a queste donne una personalità e una vita che non sono state tramandate dalla tradizione. La donna qui non è più solo un soggetto pittorico ma una partecipante attiva alla storia dell’arte.

Jay Street Collective - Sigmund Freud’s Dora. A case of mistaken identity (1979) 35’

Uno dei casi studio di Freud più particolari, in cui una ragazza di 18 anni con tendenze suicide abbandona la terapia psicanalitica dopo tre mesi, viene sottoposto a un’affascinante decostruzione. Rispecchiando proprio le problematiche femministe e formaliste dell’epoca, in questo lavoro viene intessuto un complesso rapporto fra suono, immagine e testo attraverso una conversazione sulla psicanalisi con degli interludi in cui vengono accostate pubblicità televisive e clip di pornografia.


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