Presentazione del libro “Ieri, oggi e domani. Il cinema di genere in Italia”

21 giugno 2019 alle ore 17:30 Galleria Franca Mancini

Presentazione “Ieri, oggi e domani. Il cinema di genere in Italia” a cura di Pedro Armocida e Boris Sollazzo (Marsilio 2019) Saranno presenti gli autori, i saggisti e Antonio e Pupi Avati

dal catalogo, testo di Armocida/Sollazzo

"Un’analisi, una speranza, un abbaglio, un (pre)testo. Il genere nel cinema italiano sembra l’uovo di Colombo, l’idea che mancava e altresì quella che c’è sempre stata, il motore per una timida rinascita di un cinema in crisi economica, strutturale, industriale e culturale, il rischio di un ennesimo tentativo di rendere sterile un terreno fertile, sfruttandolo fino allo stremo. Con questa retrospettiva, con la tavola rotonda e soprattutto con il volume omonimo che l’accompagna, si cerca di capire cosa stia succedendo nell’era che chiameremo “di Jeeg Robot”.

Non c’è la volontà di trovare risposte univoche ma forse quella di sconfessare il mito della ricetta unica, del genio della lampada che tutto risolve, dell’equazione che ci salverà tutti. Abbiamo coinvolto tanti studiosi, critici, cronisti, abbiamo cercato una case history per ogni corrente produttiva e creativa che abbiamo individuato, proprio per farci più domande possibili e suscitare riflessioni. Il risultato non è un’indagine esaustiva - anche se esauriente lo è - ma vorremmo sia più l’inizio di un percorso di consapevolezza, di (pre)visione, di analisi che vada oltre il box office, che sia una strada che possa essere percorsa a lungo termine, un punto di partenza per ogni comparto della filiera.

Non ci siamo negati la presunzione di guardare al passato e di cercare nei maestri e nelle tendenze, nella scrittura e nelle carriere un sentiero comune o magari parallelo, forse proprio per rifiutare l’illusione che una facile e pronta soluzione sia a portata di mano. Abbiamo e ci siamo posti domande, trovato suggestioni, azzardato affiancamenti, per trovare nell’età d’oro ciò che cerchiamo affannosamente ora o che pensiamo sia straordinariamente innovativo. E viceversa.

Abbiamo scoperto che no, il genere non ha salvato il cinema italiano. Ma forse ha contribuito a farlo sentire meglio, più apprezzato, meno ghettizzato dal proprio stesso pubblico: parliamo di sensazioni e non di numeri, ancora impietosi. Il genere ha fatto meglio agli au- tori che al pubblico, sporadici ma interessanti successi hanno dato una maggiore libertà a chi cerca di esplorare nuove-vecchie aree di produzione e narrazione e allo spettatore di fidarsi un po’ di più. Non c’è una New Cinecittà all’orizzonte, non ancora almeno, ma c’è una nuova generazione che è cresciuta con Jeeg Robot e Chris Columbus, che è diventata grande con Breaking Bad, che non ha più paura di andare altrove e non è ossessionata dal confronto con la grande madre della commedia all’italiana, genitrice generosa ma anche gelosa come dimostrò quel Monicelli che imponeva la propria eredità a Nanni Moretti di fronte ad Arbasino che conduceva quella famosa trasmissione televisiva. Ecco, quello che vorremmo è alimentare un dibattito, come allora. Quando il cinema era materia viva, vibrante e quello che succede in un festival, era ciò che avveniva anche fuori dalle sale, in tv, persino nelle cene tra amici."


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